domenica 13 febbraio 2011

Ricordando Giovanni Bollea... padre della moderna neuropsichiatria infantile

"Ad un bambino bisogna insegnare ad essere un rivoluzionario,
nel senso di cercare sempre il bene maggiore 
da donare agli altri per migliorarne l'esistenza. 
Lo scopo della vita non può essere accumulare denaro, 
ma creare rapporti d'amore".
Giovanni Bollea


Il 6 febbraio si è spento all'età di 98 anni il corpo di Giovanni Bollea, ma il suo spirito, nobile e generoso, e il suo grande cuore rimangono vivi tra tutti coloro che come lui vivono "dalla parte dei bambini".
Bollea non è stato inventore di "grandi" teorie, ma la sua esperienza sul campo rimarrà un prezioso contributo nella storia dell'educazione infantile.

In molti ricordiamo il suo celebre libro "Le madri non sbagliano mai", che ha saputo infondere coraggio a tante donne che con la maternità hanno vissuto la paura del non sentirsi adeguate per un ruolo tanto delicato.

In molti ricordiamo le sue regole d'oro per educare i bambini:

  1. dare loro meno, perché il consumismo fa scomparire il desiderio e apre le porte alla noia,
  2. l'importanza dell'intensità, e non della quantità del tempo passato con loro;
  3. i giochi educativi che passano attraverso la fantasia della madre e le mani del padre;
  4. iniziarli dai tre ai cinque anni ai primi lavoretti in casa;
  5. lo sport, meglio se in gruppo, facendo loro capire che agonismo significa emergere con fatica;
  6. incoraggiare la cultura artistica, abituandoli al bello.

Nello studio dei cambiamenti della società moderna, Bollea ha sottolineato spesso come stia diventando insufficiente nell'infanzia il tempo per il "gioco" e per un altro elemento importante: "il perdere tempo".


"Schopenhauer consigliava agli adulti di capire i giovani, affinché uno dei loro sforzi fosse quello di imparare a sopportare la solitudine e amarla come fonte di felicità dell'anima.
Se interrogate i vostri figli su questa abitudine, apparentemente inquietante e invece sana, essi ve la descriveranno come qualcosa di piacevole: capirete quanto sia formativa nell'abituarli a stare con i loro pensieri, nel loro spazio vitale, senza bisogno di riempirlo continuamente, per esempio con la televisione. Sì, certo, poi verrà anche la televisione con i videogiochi, ma, nel frattempo, l'Io avrà imparato a riposare".


Un grazie di cuore a Giovanni Bollea per i suoi insegnamenti, per il suo impegno nella ricerca e per l'amore che ha saputo dare a tutti i bambini che ha incontrato nel suo cammino. Che la sua persona e il suo agire professionale sia di esempio a tutti noi, operatori, educatori e genitori.